Incisioni rupestri

Cercare le incisioni 

 

Una piccola follia, per la quale occorre del metodo.

Enzo Bernardini in "La preistoria in Liguria", a proposito delle incisioni di Monte Bego, chiarisce: "Molti segni risultano modificati e sovrapposti nel tempo, molti altri sono appena percettibili con la luce dell'alba e del tramonto, per cui non sempre la loro lettura è facile".Queste parole puntualizzano le principali difficoltà del problema "ricerca". Questa, tuttavia, non è senza speranza, anche se non è facile trovarsi nel posto al momento giusto (nelle condizioni cioè di luce radente). Bisogna accettare il fatto che sulle prime, nelle condizioni di luce sbagliate, potremo non vedere nulla: anche ciò che si era visto e verificato (anche in modo tattile) qualche tempo prima: se il sole è alto, la roccia può apparire come un mare grigiastro, indifferenziato.

Con l'aiuto di taluni accorgimenti, la situazione può essere migliorata. O si attendono le giuste condizioni di luce o si può tentare, ad esempio, di sospendere un telo oscuro, con il quale mettere in ombra la zona che interessa. Inoltre con uno specchio si possono riflettere obliquamente i raggi del sole. Nel caso di luce insufficiente, può essere utile una sorte lampada a incandescenza. Se il segno si mostra, occorre controllare che non si tratti di una deformazione naturale, una fessura, una scagliatura.

Già più di vent'anni fa nel "Bollettino Camuno di studi preistorici" veniva indicato un metodo faticoso ma molto puntuale e molto seguito. Consiste nel trattare la roccia con due colori ad acqua, degradabili rapidamente. Dopo aver spazzolato la superficie con spazzola di saggina (non abrasiva), si stende un colore molto diluito ma contrastante con quello della roccia: bianco in genere, se la roccia è scura. Si lavora a tampone, in tutte le anfrattuosità, evitando ristagni. Si attende che asciughi un po', quindi si passa alla seconda fase, che consiste nel passare di piatto su tutta la superficie uno straccio impregnato di colore opposto, ben strizzato (deve infatti apparire quasi secco, in modo che il nuovo colore non penetri dentro le incisioni e le fessure naturali). Ciò permette di distinguere nettamente le incisioni. Bisogna "farsi la mano".Una volta ritrovata l'incisione. è bene stendere sulla roccia un foglio di cellophane, sul quale tracciare a ricalco i contorni con un marker indelebile. A questo punto si apre il difficile discorso delle ipotesi di datazione.

Non c'è altro modo che analizzare qualità della roccia, stato di conservazione, tecnica di esecuzione, tipologia dell'immagine e tuttavia quasi sempre l’unica cosa certa è... l'incertezza. Ogni segno parla per sé e va analizzato nei rapporti con altri contesti storici e archeologici. Il giudizio può divenire rapidamente soggettivo.

Isa Pastorelli - Giorgio Citton

Coppelle. Inglese "cup-marks". Incisioni particolarissime, incavi scavati nella roccia.

Spesso collegate con canalette e spesso in gruppi, punteggiano generalmente rocce e spezzoni di roccia lisci, suggestivi per forma o posizione. Riconosciute ed esaminale in tutto il mondo. le "coppelle" offrono un campo di studio affascinante e difficile, nel quale le ipotesi sono aperte in molte direzioni.

Che abbiano un valore semantico è indubbio, ma ancora ci si interroga sulla portata di esso, sulla sua valenza pressoché universale: preistorica come anche storica.

Generalmente si intende per "coppella" una incisione su roccia, rotonda o rotondeggiante (diametro e profondità sono variabili), con sezione conica, ellittica o circolare, che si presume sia stata compiuta con un'altra pietra di maggiore durezza (quarziti o selci). Incisioni che hanno richiesto certamente determinazione e tempi lunghissimi di esecuzione, anche perché le rocce scelte sono in genere dure e resistenti.

Non sono coppelle fori accidentali, naturali o funzionali (per palificazione e simili), segni comuni di cui le rocce abbondano, anche in luoghi lontani dall'abitato. In realtà le "coppelle" trasmettono subito la loro singolarità. Infatti "... per taluni esse avrebbero avuto finalità funzionali, per altri sarebbero un primordiale tentativo figurativo e sono state emesse ipotesi discordanti" (E. ANATI, Origine dell'arte e della concettualità).Se è probabilmente possibile trovare una spiegazione funzionale per una incisione a coppella, lo è molto meno per una serie di incisioni: una roccia "a coppelle" assume un'identità particolare.Nel testo già citato viene fatto riferimento alla lastra a "coppelle e canalette", scoperta dall'archeologo PEYRONY e oggi nel museo di Les Eyzies. La lastra sarebbe databile, in base al contesto in cui è stata rinvenuta, a copertura di una tomba, all'uomo di Neandertal del Paleolitico medio.Secondo molti studiosi, è indubbio che le prime coppelle ci arrivano dalla preistoria: ma la pratica di segnare talune rocce con le coppelle si ritrova sino al medioevo: in taluni luoghi ha resistito a lungo l'usanza di porre nelle coppelle fiori o sementi, come rito propiziatorio.Le coppelle che vengono ritenute più antiche presentano pareti e fondo tondeggiante, come fosse stato trattato con paziente lavoro di pulitura. Per altre in cui si comprende il prevalente utilizzo di uno strumento a percussione (difficile peró qualche volta stabilire se litico o metallica", si tende a riferirsi a tempi storici. Spesso si constata come le rocce e coppelle appaiano volutamente rispettate (arrivando al limite delle incisioni con mazza e fioretto) probabilmente perché in esse veniva sentita una sorte di mistero e di sacralità, che rientra nel bisogno di Dio di ogni uomo. Sacralità pagana della pietra, fortemente contestata dalla Chiesa... "non vi è nessuno i cui campi non siano contaminati dagli Idoli, non vì è podere che sia immune del culto del demonio ... ". Alle coppelle si sostituiranno le croci.Il dibattito sulle coppelle è tuttora vivo. A. PRIULI ritiene le coppelle "probabili espressioni religiose" richiamandosi al concetto dì animismo delle popolazioni primitive, come anche al concetto dì luoghi di culto all'aperto (Celti, Germani). Altre interpretazioni: mappe stellari, indicazioni di luoghi abitati, corsi d'acqua. Persino simboli sessuali femminili, legati al culto della fecondità.Ipotesi suggestive, che portano con sé molti altri interrogativi.

 

Isa Pastorelli  - Giorgio Citton

incisioni del Prof. P. E.Bagnoli